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libro terzo - capitolo iii 51


era sufficiente d’includere l’elezione, ma né anco potevano tra loro convenire, per li contrari rispetti delli principi loro. La parte de’ Farnesi era per venir all’inclusiva, sempre che avesse aderito ad una delle altre; si contentavano del cardinale Polo, per la bontá della sua natura e per li continui ossequi prestati al papa e al Cardinal Farnese; ma oppugnandoli il Cardinal teatino che fosse macchiato delle opinioni luterane, fece ritirar molti. A Salviati il Farnese non aderiva, ed era risoluto di non consentire, se non in creatura di suo avo. Li interessi delle fazioni erano cosí grandi che il rispetto dell’anno santo e l’aspettazione di tanto popolo, il qual anco quel giorno stette adunato sino a notte intiera, non potêro prevalere.

Finalmente la parte del Farnese aiutata dalli francesi prevalse, e fu creato papa Gioanni Maria di Monte, che era stato legato al concilio in Trento e in Bologna, nel quale Farnese concorse come in fedele servitore suo e dell’avo, e li francesi come in riputato inclinato alle cose del suo re, e alieno dall’imperatore per causa della transazione del concilio. Né li imperiali furono contrari, per aver Cosmo duca di Fiorenza fatto fede che egli non era francese se non per quanto la gratitudine debita al papa l’aveva costretto, agl’interessi del quale li pareva esser suo debito aderire, onde, levata quella causa, s’averebbe portato verso il giusto. Molti ancora amavano in lui la libertá della natura aliena dall’ipocrisia e dissimulazione, e aperta a tutti. Egli immediate dopo l’elezione, conforme a quello che era capitulato, giurò di proseguir il concilio. Fu eletto il di 8 febbraro, e coronato a’ 23; e a’ 25 apri la porta santa.

L’imperatore, vedendo le cose della religione in Germania non camminar a modo suo, sperando pure con la presenza superar le difficoltá, intimò la dieta per quell’anno in Augusta e mandò Luis d’Avila al pontefice per congratularsi con lui della assonzione sua e a ricercarlo di rimetter in piedi il concilio. A che corrispondendo il pontefice con altrettanta

cortesia, fece grand’offerte della sua benevolenza: ma al fatto