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40 lettere di fra paolo sarpi.

parole, quasi che sii in ciò come il fideiussore, o (per isbrigar questo con una parola) che promette per quello. Io vedendo dalle lettere di monsignor l’Eschassier, che V. S. aveva ragionato di me conforme alla molta benevolenza che mi porta, le dissi che guardasse quello che prometteva di me, cioè quello che affermava del mio potere o sapere, acciocchè mosso dall’affezione non m’innalzasse sopra quello che vaglio. Questo fu il senso mio, non che volessi inferire ch’ella avesse promesso cosa alcuna per mio nome. Prego V. S. di così credere, e persuadere anco a monsignor l’Eschassier l’istesso senso. Aggiungevo ben ancora, che quando V. S. avesse promesso cosa per mio nome (è tanta l’autorità sua sopra di me!), che io me ne riputeria debitore per questa sola causa, e vorria pagare il debito senza replica: il che non dico per cerimonia, ma per verità sincera e reale. La pregarò perdonarmi se lo scriver mio abbi potuto perturbar o lei ovvero il suddetto.

Con quel vocabolo di promessa, V. S. averà inteso il felice successo occorsomi li cinque d’ottobre, quando da tre sicarii fui assalito da dietro ed innanzi, che chi era meco nè io stesso ce n’accorgessimo. Mi diedero tre ferite, due nel collo e una nella tempia, tutte penetranti più che quattro diti, con uno stilo (secondo la loro opinione) velenato.1 Piacque a Dio che tutte le ferite andassero oblique, sì che camminassero per così gran spazio poco disco-


  1. La più sincera e circostanziata narrazione di un tal misfatto, può leggersi nella Vita del P. Paolo Sarpi, scritta dal suo compagno ed amico Fra Fulgenzio Micanzio.