Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/76

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16 lettere di fra paolo sarpi.

intesa la persecuzione eccitata contro il cardinale Baronio per l’ultimo tomo degli Annali suoi. Non so come farà a sostenere con tanta potenza l’opinione sua; o se vorrà moderarla, come li riuscirà con onore. Sino al presente par che perseveri in difendere quanto ha detto: in tutti i modi, lo veggo in travaglio. Se riuscisse papa, come è stato vicino,1 sarebbe libero ipso jure; siccome anco sarebbe esente di scrivere il rimanente degli Annali. Crederò che V. S. illustrissima avrà veduto l’ultima e perfettissima opera di Lipsio, e avrà considerato la dedicazione della sua penna all’imagine della Beata Vergine: anatèma2 ben degno del dedicatore, ma non appeso con utilità del mondo, venendo noi privati di quelle belle opere che la penna, se fosse in mano dell’autore, alla giornata opererebbe. Aspetteremo, poichè non più da lui, da quegli altri valentuomini alcuna cosa bella per questa fiera. In questo mentre, io resto pregando Dio per la conservazione di V. S. illustrissima, alla quale per fine bacio la mano.

Di Venezia, il 28 marzo 1606.




  1. Cioè nei conclavi di Leone XI e di Paolo V; ma la Spagna si oppose alla sua elezione, non potendo perdonargli il suo trattato sulla Monarchia di Sicilia.
  2. Qui nel senso (non accennato sin qui nei nostri vocabolari) di Dono o Voto sospeso ne’ tempii.