Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/290

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282 lettere di fra paolo sarpi.

quelle di stato e di governo. È necessario che Barbarigo quest’anno sia destinato costì, ovvero in Spagna. Esso e un gran papista1 avranno l’uno un luogo e l’altro l’altro: senza dubbio, io credo che Francia toccherà a Barbarigo, perchè egli più lo desidera, e l’altro più desidera l’altro. Ma il futuro è in mano di Dio.

Io, dopo aver reso molte grazie a V.S., che con tutta l’indisposizione abbia voluto prender fatica di scrivermi, e così lungamente, la pregherò sopra tutte le cose aver cura della sua sanità; e a me, quando si trovi o impedita o occupata, differir lo scrivere, e non allungar mai più di quello che comporta il suo comodo. E qui facendo fine, le bacio la mano.

Ieri morì D. Giovanni Marsilio,2 per quello che io credo, molto ben conosciuto da V.S., essendo stato in letto circa dieci giorni con strani accidenti. I medici dicono che sia morto di veleno; di che io non sapendo innanzi, altro non dico per ora. Hanno bene alcuni preti fatto ufficio con esso lui, che ritrattasse le cose scritte; e egli è sempre restato costante dicendo aver scritto per la verità, e voler morir con quella fede. Monsieur Assellineau l’ha molte volte visitato, e potrà scriver più particolari della sua infermità, perchè io non ho potuto nè ho voluto per vari rispetti ricercarne il fondo. Credo


  1. Forse il Badoero, di cui parlasi frequentemente sino dal dì 3 gennaio di quest’anno.
  2. Prete napoletano e teologo, che avea scritto, a pro della Repubblica, dapprima la Risposta d’un Dottore alla Lettera d’un amico intorno alle censure: quindi, per apologia di sè stesso, la Difesa di Giovanni Marsilio in favore della Risposta alle otto proposizioni ec. V. Griselini, Mem. anedd. ec., pag. 62.