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Pagina:Satire (Orazio).djvu/54

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Di lor potuto avrei la man cedendo
Al primo Autor, nè torgli osando un serto 70
Ch’ei tien con tanta lode affisso in fronte.
Ma però dissi che quel torbo fiume
Scorrendo mena assai più cose degne
D’esser raccolte che lasciate indietro,
Su dunque, o valentuom, nel grande Omero 75
Tu nulla sai trovar che merti biasmo?
E Lucilio gentil nelle tragedie
D’Accio nulla riprova? E d’Ennio i versi
Scemi di gravità non mette in burla
Senza antepor sè stesso a quei che biasma? 80
Chi dunque vieterà, ch’io pur leggendo
Di Lucilio gli scritti a cercar prenda,
Se l’ingegno suo proprio o la durezza
Della materia gli negò far versi
Dolci e torniti più di chi sol pago 85
Di legar ciò ch’ei voglia entro al prefisso
Metro, ama schiccherar prima di cena
Dugento versi ed altrettanti dopo?
Tale di Cassio etrusco era la vena
Fervida più di rovinoso fiume; 90
Onde si narra, che a formagli il rogo
Fur bastanti i suoi libri e le sue casse.