Pagina:Scherzi morali del prof. Francesco Rapisardi, Catania, Pastore, 1868.djvu/13

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Eccovi adesso una gentil bambina
     Cara, leggiadra e bella in veritate,
     Con due dita mantien la testolina
     Pel mento, e già mi par che l’ascoltiate:
     «Chi m’impalma farà la gran conquista,
     E un’alma bella ed un bel viso acquista.»
O giovinetta mia, che cosa dite?
     Non lo sapete voi che non è più
     Quel tempo dell’amor, delle ferite
     Del cor, che s’invaghiva di virtù?
     Oh! questo, proprio questo è il gran progresso:
     Si richiede la dote e nulla appresso.
Ma che? Vi siete tosto scoraggita?
     Animo, via, si troverà quel cuore,
     In cui la dote non può far ferita;
     Abbandonale, su, quel mal’umore,
     Non è sempre così come v’ho detto,
     Io sento per la dote un gran dispetto.
Ma se pur la ci sia non ne ho dolore,
     Il sal rende gustosa ogni vivanda.
     Che! che! tornale già col mal’umore?
     Ah! no, la dote sia messa da banda,
     Cerchiam virtù, la sola bella dote,
     Che mai, quaggiù, perder giammai si puote.
Eppur la si può perder qualche volta.
     Non la perde colui, che pien d’orgoglio
     Crede d’averla tutta in se raccolta?
     Non la perde colui...... ma che dir voglio?
     L’ho persa anch’io, che predicar voleva
     Il ben..... Ma pria di perderla l’aveva?
Un bel ritratto è questo, in verità,
     Di chi vuol esser lieto tutto dì;
     Col riso rallegrar l’umanità,
     L’è cosa bella, ognun far dee così.
     Se invecchiar non volete il vostro cor,
     Allontanate il pianto ed il dolor.