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di cronologia astronomica 325

solari di 30½ giorni e 61 mesi savana di 30 giorni; il significato di questi ultimi essendo puramente rituale.

Nei primi secoli dell’èra volgare pervennero nell’India dall’Occidente notizie più esatte sul corso degli astri, e con queste fu costruito un computo nuovo, che ancora oggi è in uso, e si trova esposto nei trattati astronomici detti Siddhanta. Io non seguirò il diligentissimo Autore nella selva intricata di questa cronologia. Qui, come in altre cose, si manifesta la natura del genio indiano, che alla chiarezza e alla semplicità preferisce il gigantesco, il multiforme e l’astruso. Il loro calendario luni-soli-stellare è quanto di più complesso la mente umana abbia inventato in questa materia.

La cronologia dei Cinesi e quella poco diversa che i Giapponesi usarono fino al 1873 (anno in cui si convertirono al calendario Gregoriano) sono fondate anch’esse sul computo lunisolare e si distinguono per questo, che la numerazione dei tempi vi si fa per cicli di 60 giorni, di 60 mesi e di 60 anni. Anche i Cinesi, come gli Indiani, usarono ab antiquo il novilunio vero in luogo del novilunio apparente. Anch’essi quindi furon condotti a determmare le stagioni per mezzo dei luoghi dove accadono in cielo i pleniluni e a stabilire per loro conto una serie di 28 costellazioni lungo lo zodiaco, da loro chiamate siu e assai analoghe ai naxatra indiani. Molto si è disputato sull’origine di questi siu, che alcuni vollero derivati dai naxatra, mentre altri sostennero la derivazione inversa. Ora è in credito l’opinione, che gli uni e gli altri sian venuti da Babilonia, la quale sarebbe stata maestra di astronomia a tutta l’Asia. Per ciò che concerne le 28 costellazioni lunari la cosa mi par molto dubbia. Primo perchè non si è ancora dimostrato in modo convincente, che certe liste di asterismi babilonesi trovate negli scavi di Mesopotamia rappresentino veramente serie di asterismi lunari. Secondo, perchè il sistema cronologico dei Babilonesi si fondava sulle osservazioni dei noviluni apparenti, e la relazione dei mesi lunari col moto del Sole si determmava, non col notare in cielo i luoghi dei pleniluni, ma coll’osservazione del levare eliaco di alcune stelle o gruppi di stelle a ciò particolarmente adatti. Le mansioni lunari sono affatto estranee ai metodi babilonesi. Esse eran pure estranee ai metodi degli Arabi, nella cui cronologia, fondata sui noviluni apparenti, le costellazioni lunari non entrano affatto. Eran presso di loro una curiosità uranografica, importata dall’India