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Partendo dalle argomentazioni del Barth e del Grierson, ribattendone alcune, altre svolgendone, il Jacobi, in un suo sostanzioso articolo pubblicato nel voi. 48 della «Zeitsclirift der Deutschen Morgenlàndisclien Gesellschaft»1, corresse e compì la teoria dei due dotti ora nominati. La questione sta nei termini seguenti:

Occorre distinguere due specie di epopee: l’una che chiameremo eroica, rappresentata dal racconto delle gesta di di Râma e della lotta fra i Kuruidi e i Panduidi; l’altra, che si è proposto di chiamare «romantica». La materia della prima ricevette forma letteraria in un sanscrito che, per le sue particolari caratteristiche, si usa chiamare appunto sanscrito epico: e per essa appare infondata, o almeno dubbia e difficile a sostenersi, la teoria di una precedente redazione in una delle lingue popolari dell’India, — teoria che può invece applicarsi all’epica romantica. Di questa vogliamo ora accennare brevemente i tratti caratteristici. Nostra fonte principale à il Kathâ-sarit-sâgara, perchè l’originale da cui essa deriva, la Brihat-kathâ di Gunâdhya, era composta veramente in una delle lingue popolari dell’India, e risale a un tempo assai antico, circa al principio dell’Era nostra. In questa, che a buon diritto può dirsi la grande enciclopedia novellistica dell’India, si trova contenuta e conservata la parte più importante, se non maggiore, del patrimonio di novelle e di racconti correnti al tempo dell’autore. Varî sono gli elementi di cui il testo risulta formato: alcuni erano forse fin d’allora libri popolari, come il Pan̅catantra e le Venticinque novelle del Lemure (Vetâlapancavimçatikâ); altri, erano racconti tramandati oralmente da cantastorie, gli uni in prosa, con intercalate qua e là delle strofe, gli altri in forma metrica di romanze. Racconti e romanze formarono, come si può dedurre dal Kathâ-sarit-sâgara 2, la parte più ragguardevole della poesia epica «popolare» nei primi secoli dell’Era nostra. Tali racconti epici tendevano fin d’allora a disporsi naturalmente in cicli, dai quali potevano sorgere delle epopee indipen-

  1. H. Jacobi. War das Epos und die profane Litteratnr Indiens urspriinglich in Prdhrit abgefasstf, in Z.D.M.G. (= «Zeitschrift d. deutschen Morg. Gesellschaft»), XLVIII (1894), pag. 407-417. Questo scritto è la base e la guida delle argomentazioni esposte nel presente articolo riguardo alla questione dell’originaria veste linguistica dell’epopea.
  2. Per brevità, indicherò il titolo di quest’opera con la sigla K. S. S.