Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/161

Da Wikisource.

parte terza. 139

Fig. 39.

Questa camera si costruiva dapprincipio con una lunghezza invariabile, e non poteva adattarsi a differenze di foco un po’ notevoli. polendo solo l’oggeltivo avanzare e retrocedere entro limiti ristretti per mettere l’immagine al foco. Ma da qualche tempo i costruttori praticano una o più aperture al di sopra della camera, con delle corrispondenti incavature lungo le pareti laterali, in cui si può inserire il telaio, che porla il vetro spulilo e la lastra sensibile, e con una tale modificazione la camera piegabile, che si distingue per solidità, semplicità di costruzione e leggerezza, può produrre immagini a distanze mollo diverse dall’oggettivo, e si può benissimo far servire per le vedute e per i ritratti.

Osservazioni intorno a queste camere. — Ciascuna di queste camere oscure dovrebbe avere alla sua estremità posteriore un meccanismo con vite di arresto, che permettesse d’inclinare a volontà il vetro spulito, o la lastra sensibile verso l’asse della camera, e così di poter mettere al suo vero foco l’immagine di oggetti vicini e di oggetti lontani nel tempo stesso. Egli è con una tale aggiunta che alcuni dei migliori costruttori costruiscono le camere fotografiche. E bensì vero che con una tale disposizione il vetro spulilo cessando di essere perpendicolare all’asse della lente, ne nasce una specie di trasfigurazione che fa del torto all’immagine, ma si ha per contro una più uniforme nitidezza sopra tutto il campo, che compensa abbondantemente la trasfigurazione. Affinchè il lettore possa rendersi ben conto di questa specie di trasfigurazione, suppongasi che l’apertura dell’oggetlivo sia molto piccola, e che una linea retta indefinitasi muova nell’apertura della lente colla condizione che essa resti sempre tangente ad un oggetto cui la camera viene presentata. Si può ammettere che nel suo movimento la retta descriva