Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/67

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note. 45


La carta in tal maniera preparata è squisitamente sensitiva alla luce, un’esposizione di meno di un secondo alla luce diffusa essendo affatto sufficiente a dar principio al processo di cambiamento. Se un pezzo di questa carta viene in parte coperto, ed in parte esposto alla luce del giorno per il più breve periodo di tempo possibile, si produrrà un’impressione affatto decisa. Quest’impressione è latente ed invisibile. Ma, se la carta si pone in un sito all’oscuro, essa gradatamente si svilupperà; oppure essa si può far sortire immediatamente lavando la carta con gallo-nitrato di argento, e tenendola a poca distanza dal fuoco. Le parti esposte diventano brune, le parti coperte conservando il loro colore originale. Le immagini così ottenute si fissano portandole nell’acqua pura, asciugando con carta emporetica, quindi lavandole con una soluzione di bromuro di potassio, contenente 100 grani di questo sale sciolto in 8— 10 oncie di acqua. Dopo un minuto o due, si introducono di nuovo nell’acqua, e finalmente si fanno seccare.




(6) niepsotipia.

Il sig. Niepce de Saint-Victor descrive nel modo seguente la sua scoperta della fotografia su vetro.

Quantunque questo lavoro non sia che abbozzato, io lo pubblico tale quale esso è, non dubitando dei rapidi progressi che esso farà tra mani più esercitate che non le mie, e con persone che opereranno in condizioni migliori di quelle che a me sia stato possibile di avere.

Io vado ad indicare i mezzi che ho impiegato, e che m’hanno dato dei risultati soddisfacenti senza esser perfetti. Siccome tutto dipende dalla preparazione della lastra, io credo dover dare la miglior maniera di comporre la salda.

Io prendo 5 grammi di amido che io stempro con 5 grammi di acqua, poi dilungo con altri 95 grammi. Dopo di ciò vi mescolo 35 centigrammi di ioduro di potassio sciolti in 5 grammi d’acqua. Porto sul fuoco: quando l’amido è cotto, io lo lascio freddare, poi lo passo per tela, ed è allora che io lo verso sulle lastre di vetro, avendo l’attenzione di coprirne tutta la superficie nel modo il più uniforme che sia possibile. Dopo di averle asciugate inferiormente, io le colloco sopra di un piano perfettamente orizzontale, affine di farle seccare abbastanza presto al sole od alla stufa, per ottenere un’intonacatura che non sia screpolata, ossia per fare che il vetro non si copra di cerchi in cui la salda è meno spessa che altrove (effetto prodotto, secondo me, dall’ioduro di potassio). Io prevengo che l’amido deve sempre venir preparato in un vaso di por-