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60 ottica fotografica


Foco principale. Gli specchi sferici si possono considerare come se fossero composti di una riunione infinita di piccolissime superficie piane tangenti alla superficie curva, per cui, quando un fascio di raggi parallelo all’asse viene ad incontrare uno specchio concavo, la superficie riflettente concentra tutti i raggi verso un sol punto F posto a metà del raggio della sfera, di cui lo specchio è parte, il quale punto chiamasi il foco principale dello specchio (fig. 5). I raggi, dopo che hanno passato questo punto F, divergono sempre più. Se si pone un corpo luminoso, per esempio una candela, al foco principale F, i raggi riflessi dello specchio non sono divergenti, ma paralleli, epperciò possono percorrere un grande spazio senza perdere considerevolmente della loro intensità. Da una tale proprietà nasce, che gli specchi concavi sono utilizzati per inviare la luce a grandi distanze.

Il foco, ossia il punto di riunione di tutti i raggi riflessi da uno specchio sferico, presentato a raggi paralleli non è un punto geometrico, ma una linea, la cui lunghezza dipende dalla diversa apertura dello specchio. Solo quei raggi che cadono vicino all’asse, sopra di un’apertura di 8° a 10°, sono riverberati sul mezzo del semidiametro dello specchio; gli altri raggi, che cadono sullo specchio più lontani dall’asse vengono riflessi in un punto più vicino alla superfìcie dello specchio. Da ciò nasce nelle immagini degli specchi sferici un difetto di nitidezza, che si dinota col nome di aberrazione sferica, e che dicesi per riflessione, onde distinguerla dall’aberrazione sferica che producono le lenti, che dicesi aberrazione per rifrazione.

Fochi coniugati e immagini degli specchi sferici. Se, invece di essere paralleli, i raggi luminosi che cadono sopra lo specchio sferico fossero divergenti, cioè provenienti da un corpo luminoso posto a poca distanza, si produrrà una immagine del corpo luminoso, che varierà di posizione e di grandezza secondo la sua distanza dallo specchio.

Abbiasi, per esempio, una candela nel punto L (fig. 6) situata avanti ad uno specchio concavo, avente il suo centro di curvatura in C. Se si avvicina la candela al punto C, la sua immagine in l si avvicina pure al centro C, ossia si allontana dallo specchio, e diventa più grande. La causa, per cui l’immagine