Pagina:Senofonte L Economico tradotto da Girolamo Fiorenzi Tipografia Nobili 1825.djvu/41

Da Wikisource.

5

que un buon economo sapersi servire anche dei nimici, onde trarne da essi vantaggio? — Si al certo. — E tu vedi, seguì egli a dire, o Critobulo, quante case di privati cittadini si sono accresciute per la guerra, quante per la tirannia. — Veramente quanto abbiamo detto fin ora, o Socrate, disse Critobulo, mi pare che stia bene: ma che dovremo noi pensare di ciò, che ora ti dirò? Sovente veggiamo alcuni i quali, oltre ad ogni altra facoltà, hanno pure quelle scienze, onde potrebbero accrescere le loro case, quando in ciò adoperare si volessero; ma ci avvediamo che nol vogliono fare, e quindi quelle scienze sono ad essi inutili. Ti pare che si possa altro dire, se non che per essi anche le scienze non sieno ricchezza? — Dei servi, rispose Socrate, tu cominci ora, o Critobulo, a ragionarmi. — No certo, disse, in verun modo, anzi di quelli che sono nobilissimi, dei quali ne veggio altri forniti delle scienze che si appartengono alla guerra, altri di quelle che si adoperano nella pace, ma che non vogliono eser citarle appunto per questo, come parmi, perchè non hanno padroni. — E come mai, Socrate disse, non avrebbero essi padroni, se bramando di viver felici, e volendo attendere a quelle cose per le quali potrebbero avvantaggiarsi, ne sono impediti da quelli che li comandano? — E chi sono cotesti, disse Critobulo, che invisibili comandano loro? — Non sono