Pagina:Senso.djvu/281

Da Wikisource.

senso 279

di generoso sacrifizio. Avevo tanto bisogno di credere che la mia smania trovasse una scusa nella smania dell’altro; e la viltà di lui mi riempiva il seno d’entusiasmo, purchè io credessi di esserne la cagione. Ma il mio cervello galoppante non si fermava qui. Chi sa, pensavo tra me, chi sa che questa lettera sia tutta un magnanimo inganno! Forse egli è già partito per il campo, forse egli sta di contro al nemico; ma, più curante di me che di lui, non volendo farmi morire negli sbigottimenti e nei terrori, m’addormenta con la menzogna pietosa. Appena un tale pensiero si fece adito nel mio spirito, me ne sentii tutta invasa. Le insonnie, l’avversione al mangiare, i disturbi fisici contribuivano ad una vera esaltazione mentale.

Vivevo quasi nella solitudine. Già la mia società s’era andata via via restringendo, poichè le famiglie nobili trentine, avverse alle opinioni politiche del conte, avevano da un pezzo lasciato con bel garbo lui e me affatto in disparte; i giovani, frementi d’italianismo, ci sfuggivano senza riguardi e ci odiavano; gl’impiegati del paese, non sapendo come la guerra sarebbe andata a finire, per non rischiare di compromettersi nè in un modo nè in un altro, oramai si astenevano dal mettere piede in casa nostra: vedevamo, in somma, qualche nobile austriacante, spiantato e parassita, qualche alto funzionario tirolese, duro, testardo, puzzolente di birra e di cattivo ta-