Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/117

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La missiva dell’Autorità fiscale inglese creava grande preoccupazione in David Mills, che si poneva immediatamente in contatto con Robert Drennan dello studio Rawlison & Hunter, al fine di ottenere consigli sul tenore della risposta da fornire. Nel corso dell’incontro, richiesto con urgenza ed avvenuto in data 2 febbraio 2004, Mills consegnava a Drennan la missiva nota per il suo incipit in questo processo (“Dear Bob”), che iniziava proprio raccontando del dividendo1:

In breve i fatti rilevanti si possono così riassumere.

Nel 1996 mi sono ritrovato con un dividendo di circa 1,5 milioni di sterline, al netto delle tasse e degli onorari dovuti, proveniente dalle società di Mr. B.

Ogni mia azione è stata condotta a titolo personale: io mi sono accollato tutti i rischi tenendone lontani i miei soci.

Saggiamente o meno, ho informato i miei soci di quello che avevo fatto e, dal momento che per loro si trattava sostanzialmente di un guadagno inaspettato [“since it was a substantial windfall”2], mi ero offerto di corrispondergli [rectius: corrispondere loro] (penso) circa 50.000 o 100.000 sterline a testa, il che mi sembrava un gesto alquanto generoso. Ciò dimostra quanto ci si possa sbagliare, visto che loro insistettero sul fatto che la transazione avrebbe dovuto essere trattata alla stregua di un profitto della società. Per evitare controversie legali (ci eravamo appena fusi con lo studio Withers) acconsentii a depositare la somma nella mia banca fino a che loro si fossero convinti che non sarebbe più stata reclamata da terzi. Nel 2000 fu chiaro che non ci sarebbe stata nessuna domanda da parte di terzi [“no claim”] (io ne ero sempre stato perfettamente consapevole [“I knew that all along”]) ed i soldi furono prelevati dalla banca [rectius: il denaro fu prelevato dal conto di deposito] e distribuiti; io mi tenni poco meno di 500.000 sterline su quelli che erano ormai diventati 2 milioni di sterline.

Così tutti quei rischi e costi per un così magro compenso3.

La restante parte della lettera verrà esaminata nel capitolo “La confessione”.


Negli appunti presi da Drennan durante l’incontro si legge:

  1. La lettera e tutti i documenti ad essa connessi, con le relative traduzioni, sono contenuti, fra l’altro, nel fascicolo “Lettera 3 febbraio 2004 a Robert Drennan e documenti collegati” depositato dal P.M. il 13 aprile 2007 al fascicolo del dibattimento. Qui si riporta la traduzione ivi contenuta.
  2. Come si nota agevolmente, nel testo inglese non è scritto “per loro”, locuzione riportata invece in tutte le traduzioni della lettera in atti: la differenza non è irrilevante, perché Mills – si ritiene – scriveva che egli stesso aveva considerato “inaspettato” il guadagno.
  3. Il “magro compenso” consisteva, convertito, in oltre 1 miliardo e mezzo di lire italiane.