Pagina:Serao - Fantasia, Torino, Casanova, 1892.djvu/133

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parte seconda 125

quattro ossa messe in croce. Questo gridò, e altro ancora. Non si fermò che quando vide il viso della moglie addolorato: ella non rispondeva, ma aveva volontà di piangere. Quel dissidio, quell’antipatia così aperta fra due persone che ella amava, veramente la crucciavano.

— Almeno — balbettò — almeno ha detto che verrebbe domenica a pranzo?

— Figurati, per conto tuo ho dovuto pregarla come si prega una santa. Non voleva, la stupida! Poi ha accettato. Ma ti avverto che domenica io non pranzo qui. Esco al mattino e ritorno a mezzanotte. Sopportala tu, la tua posatrice.

Questa volta Caterina si mise a piangere.

VI.

Durante tutto il pranzo, nella sala del palazzo in via Costantinopoli, dove i Lieti abitavano, vi era stato un lieve imbarazzo, celato con cura, ma che ogni tanto trapelava. Per sei giorni, in casa, Caterina non aveva osato parlare di Lucia. Solo, al sabato, visto che Andrea aveva riacquistato tutto il suo buonumore, lo aveva pregato di non uscire il domani. Egli aveva fatto prima una spallata di noncuranza, poi aveva detto quietamente:

— Resterò: sarebbe una sconvenienza escire.