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Vicenzella 113


Vicenzella arrossì: e, per un momento, la voce le tremò.

— Non la maltrattate, ma’ — disse piano.

— L’interesse è una cosa e l’amore è un’altra, — disse gravemente l’usuraia, scuotendo i soldoni, — Ciccillo si mangia tutte le fatiche di sua madre.

— Voi non l’avete mai potuto soffrire, ma’ — disse Vicenzella, chinando gli occhi, abbassando la voce, per reprimere la collera.

— E si mangia anche le tue!

— Voi non ci entrate, voi non mi siete madre. Matrigna, matrigna, come si dice, ma sempre matrigna siete!

— Poi, vedrai la verità, — soggiunse quietamente Gesualda, che non voleva litigare nella via. — Ti raccomando quest’anima di Dio.

Si allontanò lentamente, grassa, ondeggiante, con la pappagorgia che si allargava sul fazzoletto rosso. Vicenzella avea lasciato di far la calza, ancora tutta pallida di collera soffocata.

— O Vice’, Vice’ — strillava la picco-

Serao 15