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l'infedele 33


nell’esercizio di queste virtù, e di questi puri elementi nutrisce con compiacenza l’anima sua, così Luisa Cima chiede, per esser felice, di poter compire gli atti capricciosi e crudeli che le ispirano i suoi istinti di perfidia e di perversione. Ella non sa nè amare nè vivere che così: obbedendo alla mobilità del suo temperamento, vincendo un uomo ogni volta che le piace di vincerlo, inebbriandolo di amore e di dolore, abbandonandolo solo, fiacco, perduto, quando quest’uomo non le piace più, tradendolo immancabilmente, colmandolo di quante amarezze una vera perfidia possa versare nel cuore di amante, non solo tradendolo, ma avvelenandolo, non solo tradendolo, ma ridendo di lui, altrove, con altri, toglien-