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186 La Conquista di Roma

grave: la guerra mangia tutt’i quattrini della nazione».

«Non chieggo di meglio, ne riparleremo, sicuramente. Buona notte, onorevole Schuffer.»

La mazurka dei postiglioni riscaldava il veglione: ora si ballava in tre circoli, presso la porta della platea, in mezzo alla sala, sul palcoscenico. Una mascherina vestita da ufficiale dei bersaglieri, col cappello piumato sull’orecchio, le braccia nude che uscivano di sotto le frange dorate delle spalline, i calzoncini stretti al ginocchio, ballava con una ragazza vestita da diavolo, serie serie, respingendo quelli che volevano dividerle. Ora anche i palchi erano stati occupati dalle signore che venivano dai ricevimenti, dai balli: tutta la prima e la seconda fila eran piene. In quello subito dopo la barcaccia, in prima fila, vi era la bellezza delicata e gentilmente fiorentina di Elsa Bellini, maritata a Novelli, e quella opulenta e biondissima di Lalla Terziani: le due signore venivano dal Valle. Con loro stavano Rosolino Scalìa, il deputato siciliano dall’aria militare, il piccolo principe di Nerola, nuovo deputato per gli Abruzzi, un giovanottino