Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/192

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186 la mano tagliata.


Due volte, la infelicissima ipnotizzata si sollevò con la persona, come per dare un bacio a Marcus Henner, ma due volte un movimento convulso la rigettò indietro.

— Dio non vuole! — egli gridò, nel colmo dell’ira — ma io sono più forte di Dio! —

Le sue lunghe dita ossute strinsero quelle tempie, come se volessero schiacciarle; i suoi occhi divennero ardenti come due carbonchi ed egli disse alla donna, per la quarta volta:

— Dammi un bacio. —

Allora avvenne una cosa terribile. Quel corpo abbandonato al sonno ipnotico, vinto da una fascinazione terribile, diventato lo schiavo di quel corpo dagli occhi verdi, quel corpo che era suo, di cui egli poteva fare quel che voleva e che egli teneva pronto, lì, su quel divano, si levò, di scatto, parve più alto, fantomatico, nelle vesti bianche. E gli occhi di quella ipnotizzata si spalancarono, grandi, vitrei, senza sguardo. Ella gridò, avendo superato il fascino:

— No, assassino! — E Marcus Henner, a un tratto accasciato, diventato un cencio, avendo consumato tutta la sua volontà, cadde a terra, lungo disteso, con le braccia aperte, piangendo sulla sua sventura.


II.

fra le sepolte vive.

Il monastero delle Sepolte vive, a Napoli, sorgeva a mezza costa, fra il mare e la collina del Vomero, in una posizione amenissima. La sua costruzione risaliva a due o trecento anni fa, quando fiorì suor Orsola Benincasa, la pia fondatrice di quell’ordine; ma, più tardi, si è venuto ingran-