Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/52

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42 la virtù


— Dà questi otto soldi al cameriere, e che ringrazi il suo padrone e che lo preghi di scusarmi se non ho scritto... Va’, Susanna, al sale ci penseremo...

— Già lo sa lei, che il tabaccaio credito non ne fa.

Checchina chinò la testa: mentre di là, Susanna parlava col cameriere, la padrona arrossiva, arrossiva di scorno per quegli otto soldi così meschini, così miserabili, che quel cameriere, avvezzo alle mance principesche, avrebbe certo disprezzato. Quando udì chiudere la porta, respirò di sollievo.

— ...li ha presi?

— Sfido io!

E in silenzio ricominciò a passarle