Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/56

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52 LEGGENDE NAPOLETANE

morìo; i fanciulli e le fantesche in abito succinto vengono a riempirvi le loro brocche. Un yacht elegante dall’attrezzeria sottile come un merletto, dalle velette candide orlate di rosso, si culla mollemente come una creola indolente; porta il nome a lettere d’oro, il nome dolce di qualche creatura celestiale e bionda: Flavia. Uno stabilimento di bagni, piccolo ed aristocratico, si congiunge alla riva per una breve viottola, sulla viottola passano le belle fanciulle vestite di bianco, coi grandi cappelli di paglia coperti da una primavera di fiori, cogli ombrellini dai colori splendidi che si accendono al sole; passano le sposine giovanette, gaie e fresche, attaccate al braccio dello sposo innamorato; i bimbi graziosi, dai volti ridenti e arrossati dal caldo. E nel mare, giù, è un ridere, uno scherzare, un gridìo fra il comico spavento e l’allegria dell’acqua fredda, e corpi bianchi che scivolano fra due onde e braccia rotonde che si sollevano e volti bruni dai capelli bagnati. È la festa di Mergellina,