Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/184

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174 i capelli di sansone.


“Ma no: quella non serve a nulla, la terrò in salone, vi metteremo in penitenza quelli che mancano da troppo tempo da casa nostra.”

“Non io vi andrò.”

“No; lei è molto fedele. Ritornando al mio discorso, io cerco di rendere la cortesia a mio marito. Voglio donargli una bella cosa pel suo scrittoio, che ne dice? un pugnale, un bel pugnale moresco, ricurvo....”

“Il coltello divide, contessa.”

“Dividere per regnare,” e rise in un modo seducentissimo. “Io tengo al mio pugnale, ma qui non ve ne sono; ne ha visti, lei, dei pugnali, dei bei pugnali, in qualche posto?”

“Nel mio cuore, contessa, come si dice nei vecchi romanzi.”

“I vecchi romanzi sono più belli dei nuovi articoli: ma dove potrei trovare il pugnale per mio marito? Da Cagiati?”

“No, non credo.”

“Da Janetti, allora?”

“Forse; o dalla Beretta, vi sarà qualche pugnale giapponese con cui quella brava gente ha l’onesta abitudine di aprirsi il ventre.”

“Bene, venga con me, Joanna, bibelotteremo assieme.”

“È che dovrei andare al giornale,” disse lui, abbozzando un pallido sorriso.