Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/192

Da Wikisource.
182 i capelli di sansone.

in lui per tutti i sensi lusingati e si facea una realtà.

“Addio, Joanna,” disse la molle voce, e una mano strinse la sua dolcemente.

Era solo, sul marciapiede, nella via bruna, dove il freddo della prima ora notturna lo faceva rabbrividire, la carrozza della contessa fuggiva verso la Trinità dei Monti, dietro di lui la porta a cristalli della Beretta s’era chiusa. Finito il sogno esotico, caldo ed odoroso, un fiato umido e acre lo feriva, nell’ombra, nella solitudine.

“Dove comanda?” domandò il cocchiere suo, paziente.

A Riccardo parve più oscura la notte, più triviale la luce dei fanali, più umido il marciapiede; gli parve di essere così solo, così infelice, così infinitamente infelice, di fronte a quell’uomo che gli chiedeva dove andava, che uno smarrimento lo inchiodò sul marciapiede. Dove andava? Non sapeva che dirgli, si guardava intorno, come trasognato.

“Dove comanda?” chiese di nuovo il cocchiere.

Gli doveva dare dieci lire, forse, a quest’uomo che si era trascinato dietro, da tante ore, chissà da quante ore, consumando in sua compagnia il tempo, il tempo che è denaro.