Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/207

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i capelli di sansone. 197

che non vi era per lui altro scampo, altro rifugio che il lavoro.

Questo bel giovanotto in marsina era pieno di una foga ardente d’indignazione, entrando nell’ufficio del Quasimodo, dove Gregorio sonnacchiava, con la sua faccia grave di filosofo pessimista. Riccardo non si prese neppure la pena di svegliarlo, entrò nella redazione deserta, rialzò il gas, e col soprabito addosso col bavero rialzato, col cappello sul capo, badando bene a non sporcare il candore dei suoi polsini, egli si curvò a scrivere rapidamente.

E come in uno specchio terso, fedele, tutte le impressioni amare e gioconde della giornata si trasfondevano in quella prosa ora secca, arida e tagliente, ora piena di mollezza e di soavità. Lo scrittore che non studiava più, che non leggeva più, che guardava intorno a sè la vita, ma senza vederla, che sognava sempre, per cui la esistenza era una visione fra dolorosa e leggiadra, lo scrittore traeva dalla viva, fervida anima sua la prosa del suo articolo. Dentro vibrava l’ironia dei cuori insoddisfatti, che non vivono abbastanza per la loro sete ardente di vita, vibrava la malinconia delle esistenze affrante dal lavoro e da una grande delusione o dalle piccole quotidiane delusioni, vibrava la gaiezza talvolta brutale dei tempe-