Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/239

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il quarto d’ora di rabelais. 229

e si commette una sciocchezza, o non si fanno, e si diventa ridicoli. Lasci stare, creda a me, i giornali passano, gli uomini restano.”

“Lei non mi conosce bene, senatore, o non conosce i giornalisti; un giornalista è come un capitano di mare: deve colare a picco con la nave.”

“Non dica queste cose, caro Joanna, a un uomo d’affari a cui vuol proporre un affare. Lei vuol esser poeta in tutto, anche nella speculazione, anche nel giornalismo. Ho conosciuto molti ma molti più giornalisti di lei: ho conosciuto bene Girardin, per esempio, il quale diceva che il giornale è oggi ciò ch’era alcuni secoli fa un reggimento. Allora metteva su un reggimento chi voleva tentare l’avventura della forza, ora fonda un giornale. Se l’avventura era buona, il capitano saliva in groppa alla fortuna; se era cattiva, il reggimento si scioglieva, il capitano tornava ai campi, o al castello, secondo la sua condizione.”

Il placido senatore parlava mollemente, bonariamente, con un risolino benevolo, diffondendosi con compiacenza per mostrare la sua erudizione del giornalismo e della vita. Joanna si sentiva torcere le budella per l’impazienza. Sapeva bene oramai il tormento di queste divagazioni degli uomini d’affari coi giornalisti