Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/201

Da Wikisource.

XLII


U>dito il preposto e la brigata la bellissima storia, comandato a tutti che a posar s’andasseno e la mattina per tempo desser luogo a cercar le perdonanze; e levàtisi la mattina, e ciascuno al loro esercizio per Roma n’andarono; lo preposto vedute le belle chiese et oratori e comprendendo tutte le parti, venuto la sera, cenarono.

E cenato, cominciò il preposto a dire: «Quanto vi dé esser piaciuto di vedere le belle e grande mura della città di Roma colle suoi porte e’ torioni per difesa di quelle, et eziandio aver veduto le devote chiese e bene adornate e con grande magnificenza, che per queste ii parti mi sembra Roma anticamente esser stata degna d’esser chiamata capo del mondo e chiesa di Dio». E voltosi a l’altore dicendoli che qualche novella dicesse fine che ora fusse d’andare a dormire, l’autore disse: «Fatto serà»; e disse:


DE PURITATE

Di Ladislao da Roma e di sua donna Biatrice,
bella et onesta


A>voi, donne: in questa città di Roma anticamente fu un gentile omo romano nomato Ladislao, omo di somma prudenzia, il quale avendo preso una gentildonna di Roma nomata Beatrice, bellissima di suo corpo e tanto onesta che di onestà avanzava molte Romane; avea questo Ladislao per nazione alquanto malfiato, et altro difetto a Ladislao non si potea puonere, in però che in tutte l’altre cose era di virtù ripieno.