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222 g. sercambi

Per certo se questo consiglio s’apalesa, lui è condannato alla morte; e pertanto io non vel direi».

Monna Cicogna, che poco si cura del marito, per adempiere il suo desìo prese Merlino e con una isferza lo batte; e niente da lui può sapere. Ultimamente, vedendo monna Cicogna che per quel battere non potea sapere il consiglio, spogliando il figliuolo, dicendo: «O io t’ucciderò o tu il consiglio mi dirai»; e cominciòlo a battere fortemente. Lo fanciullo sostiene. Monna Cicogna non resta, ma multiplicando tanto ch’e’ sangue per tutto versa, dicendoli: «Io ti convegno uccidere»; Merlino, che non può più sostenere, dice «Madre mia, poi che io veggo la vostra volontà, vi prego che per amor del mio padre non dobbiate il consiglio appalesare et io vel diròe». E la madre dice: «Dìmelo». Merlino savio dice: «Madonna, il senato ha deliberato che ogni Romano debba prendere tre mogli per multiplicare il popolo. Ben vi dico che questo tegnate secreto».

La Cicogna, come più tosto potéo ritrovatasi con molte cicognine, tale consiglio narrò. E tanto fu lo dire che più di vi mila donne insieme si trovarono deliberando andare al sanato e dire che tal consiglio non piacea loro. E così insieme al sanato n’andarono e fenno madonna Cicogna capovana d’andare come maestra dinanti al sanato; e così, in torma come le pecore senz’ordine, quelle cicognine seguitando la cicogna magiore.

Giunte le donne romane al palagio del sanato di Roma, mandonno a dire che voleano al consiglio parlare. Essendo già comossa tutta Roma, omini e donne, per sentire quello che volea dire lo raunamento che fatto avea madonna la Cicogna coll’altre cicognine, giunto il consiglio in palagio, e Simone marito di monna Cicogna disse: «O senato, che vuol dir questo?» Il senato e l’altro consiglio disseno: «Noi non sappiamo»; e raunato il consiglio, deliberonno mandare a dire a quelle smemorate che a piè del palagio gridavano d’esser udite.

Et andato uno cancellieri a dire loro quello voleano, disse la maestra delle poco savie: «Noi vogliamo sapere se il senato e ’l suo consiglio ha fatto legge che debia esser nostro danno, e vogliamo sapere perché». Lo cancillieri, avuto la imbasciata, et