Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/245

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sciatore del giudici d’Arborea vuole venire a me, e non so la cagione: forsi potrè’ essere che il giudici, che ha uno figliuolo molto bello, volesse te prendere per moglie. O veramente, sento che ha una bella figliuola, se tale volesse dare al tuo fratello e mio figliuolo, posto che ’l mio figliuolo non sia così savio come si converrebe».

Zuccarina, che ode il padre, disse a colui che aregò l’ambasciata se quello Gotifredi è gentile uomo e di che statura e come è savio. Lo ’mbasciadore dice Gotifredi esser giovano bellissimo gentile gagliardo e di gran cuore savio e ricco più che neuno che ’l giudici Sesmondo abbia. Zuccarina, che ode racontare la giovinezza belezza e fortezza, disse: «Se queste tre cose regnano in uno uomo, qual donna l’arà si potrà tenere bene appagata, non stante che in costui sono, oltra l’altre vertudi possiede, senno gentilezza e ricchezza. Di che per certo, se qua viene, et io vegga in lui quello sento di lui, la mia persona altri non godrà che lui». E risposto, al padre disse: «Dateli il salvo condutto e vegna con quanti vuole». Lo padre subito lo diè, et al famiglio disse che andasse che lui volentieri udirè’ tutta sua imbasciata.

Partitosi lo ’mbasciatore col salvo condutto, referìo tutte le parole e domande che Zuccarina li avea ditte. Gotifredi ode et intend’e comprese: «Per certo costei desidera vedermi, et io voglio tosto aparecchiarmi a andare». E concio suoi arnesi e vestimenti per potere onorevilemente comparire, a cavallo montò e verso il castello di Castri cavalca.

Zuccarina, partito l’ambasciadore, andò in su una alta casa, e di quine tutto potea vedere. Vedendo venire genti verso il castello, stimò fusse Gotifredi; e subito partitasi de’ luogo, et in una camera entrò, e fattosi bella per poter a Gotifredi piacere, non curando altro, fu vestita. Et in sala al padre venuta, il padre vedendola sì ben vestita disse: «O che vuole dire questo?» Zuccarina disse: «Poi che questo imbasciadore venire dé, vegna per che cagione si vuole o per me o per altri, io vo’ parere figliuola di gran signore come voi siete». Passamonte disse: «Figliuola, ora più che mai cognosco tu esser savia et innanti al fatto proveduta».