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266 g. sercambi

padre in casa, avendo studiata la Pippa a farla bella, come le senese sanno fare — intanto che parea uno sole avendo già xiii anni — , monna Nicolosa traendola di casa et alla chiesa uno giorno di una solenità conduttola tanto adorna che uno giovano ricco mercadante nomato Cione vedendola <e domandando> di chi fusse figliuola, li fu detto chi ella era. Cione, che l’ha veduta, piacendoli et avendo sentito chi fu il padre e con cui dimorava, essendone già innamorato, subito pensò torla per moglie, dicendo: «Io son ricco e di buone genti, et ella non ha molto, posto che sia ben nata; nondimeno, se io la chiegio io l’arò».

E diliberato far parlare a Sandro et a monna Nicolosa di voler sapere se contenti erano che Pippa sua sposa fusse, Sandro e la moglie, che miglior parentado in Siena non arenno potuto fare, senza indugio dissero di sì. E messoli l’anello, Cione disse: «Io hoe mandato miei mercantie di veli, et anco n’ho mi balle per mandare. Poi che ho preso donna io mi vo’ dilivrare; e pertanto non v’incresca», dice a Sandro et a monna Nicolosa, «perch’io stia almeno uno anno a dilivrarmi, e poi serò libero di potere in Siena fermo stare». Sandro e la moglie dissero che ben dicea e che alla tornata la Pippa sarà alquanto più indurata: «Che avale è molto tenerella». Cione, udendo il motto, disse: «Voi dite vero». E dato ordine di caminare, colle suoi balle si mosse di Siena et andò oltramonti.

Rimane la sposa Pippa al governo di Sandro e della moglie. Madonna Nicolosa avea tanto piacere di veder maritata la sorella a ta’ mercadante, e piacer avea vederla tanto bella che poghe volte si sarenno vedute spartite. E stando in tal maniera la Pippa, ogni dì le bellezze multiplicavano, intanto che uno giorno, essendo monna Nicolosa andata alla predica e lassata la Pippa in casa colla chiave rinchiusa, venne Sandro a casa; et avendo una chiave, non pensando persona fusse in casa, aperse l’uscio. E andato su innella camera, trovò che si specchiava et era in una giubba di seta sottile.

Sandro, che prima vede le’ ch’ella lui, stando a guardare Pippa dirieto, parendoli una perletta, disse ridendo: «Pippa, che fai?» Pippa disse: «Io mi guardo e me stessa vaghegio», e voltòsi a