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272 g. sercambi

certo maestro Lessio sempre lo disse che se ella gittasse questa materia, Pippa era guarita». Veduta quella materia, intraro in camera e, tastato il polso, <il maestro> disse: «Per certo costei è guarita». E subito comandò che fusse nodrita di buoni capponi, pipioni e confezioni, dicendo a tutti che <di> lei n’avea buona speranza.

E per questo modo Pippa più di xx dì fue da capponi e buone lasagne e confezioni ristorata intanto che parea proprio una rosa gialla perché non ancora l’era divetato il sofumigio. Cione, desideroso di veder quel bel viso, disse: «Maestro, io veggo la Pippa esser in buon punto, salvo del colore; se quello cessasse vorrè’ lei menare». Lo maestro disse: «Noi abbiamo fatto la magior cosa, ora faremo la minore». E dato alla Pippa alcuno unguento et acqua, in meno di tre di Pippa fu colorita come rosa. Sandro, che ciò vede, dice: «Poi che tosto a marito andar ne dèi, queste rose vo’ cogliere che sono sì vermiglie, poi che tante gialle n’ho colte». Pippa stae contenta. Cione, che sente che Pippa è più colorita che rosa, andandola a vedere, piacendoli, et anco domandandola s’era contenta di venire a marito e se si sentìa forte che volentieri la menarè’, Pippa rispuose: «Al vostro comando sono, né altro desidero».

Cione dato l’ordine del menare et ordinato le nozze e fatti l’inviti, Sandro dice a maestro Lessio: «Come faremo che Cione senta la Pippa vergine?» Lo maestro disse: «Questo sera assai piccolo peccato a far che paia vergine». Et ordinato uno bagnuolo strettivo con alcuni soffumighi, la natura della Pippa ristrinseno per modo che quando Cione l’ebbe menata, et inne’ letto con lei intrato venendo a fornire il matrimonio, trovò la Pippa esser di sotto più stretta che una donzella di x anni, dicendo: «Io non trovai mai giovana che si onesta vergine fusse come la Pippa». Udendo, questa rispuose: «E tu di’ il vero, marito mio». E così si goderno dapoi insieme.

Ex.º lx.