Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/311

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novella lxx 311

vero che da se medesma le mangiasse, diliberando innomerare li pezzi per sapere quanti di durano.

Et ito alla taverna, fe’ conto per uno mese xxiiii pezzi vastare et anco d’avanzo. E senz’altro dire steo atento di inomerare ciascun pezzo che innanti li venìa. E’ cominciò a nomerare et Orsarella di quelle al suo mestieri adoperava, intanto che non fu passato il mezzo mese che la fante disse: «Matteozzo, comprate delle salsicce, che non ce n’ha se non per una volta». Matteozzo, meravigliandosi molto, pensò per certo vedere chi quelle salsicce toccava.

E senz’altro dire, delle salsicce comprò; e postosi a vedere se la fante le toccava, trovò che non era quella che le salsicce logorava. Apresso steo a vedere se la donna sua quelle toccava: similmentre trovò non toccare. E dandosi a vedere quello che Orsarella facea, trovò che Orsarella ne prendea ii pezzi e con quelli n’andava in camera. Matteozzo di secreto si puone alla camera credendo che Orsarella le mangiasse. E vedendo in camera non esser fuoco, disse fra sé medesmo: «Mangerebe<le> crude?» E ponendosi a vedere, vidde Orsarella distendersi in su uno lettuccio, et alzatasi li panni dinanti a tutta scopertasi fine al corpo, chiudendo li occhi un pezzo di salsiccia innella grignapapola si misse, e colla mano menandolo, per tal modo che Orsarella, avendo messo la posta, il suo gittò in pari. E così vidde ii volte mettere e cavare. Matteozzo, che ciò ha veduto, disse: «Non meraviglia che le salsicce mancavano, a dire che Orsarella in uno boccone ne inghiotte un pezzo!» E partitosi, pensò di vergognare Orsarella.

E stando la sera a taula, Matteozzo dice alla fante: «Domattina cuoce un pezzo di salsiccia, ma fà che non sia di quelle che Orsarella si mette innella grignapapola; che non era meraviglia se ogni di mancavano, a dire che ella in un boccone <la salsiccia> cruda innella bocca senza denti si mettea». Orsarella, che ode quello che fatto avea esser saputo, disse: «O Matteozzo, pensi tu che io non abbia desiderio de l’uomo come la donna tua? E dìcoti che le salsicce per me logorate è stato cagione di preservare il tuo onore: ché se tali salsicce non avessero alquanto metigato la rabbia della bocca senza denti, io l’arei dato tal boccone a prendere che poga fatica arei auto a la mano, che senza adoperarvi