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814 nota filologica

questo non possa categoricamente essere accertato, dall’originale1. Ma si nota anche che L non copia l’originale nella sua integrità, ma se ne serve in genere per trarre una redazione del racconto (i cui aspetti parenetici, nella redazione delle Croniche — dove esso veniva utilizzato precipuamente come esempio politico e morale — venivano ad assumere un risalto maggiore a spese di quelli più genuinamente narrativi) più ristretta, con qualche passo financo riassunto, i nomi propri cambiati o trasformati. Ma che questa redazione sia da intendersi come quella più vicina cronologicamente all’originale è mostrato dalla persistenza, ad esempio, di nessi grafici come ct o pt, quasi del tutto scomparsi nella redazione di T e nella evidente resistenza alla tendenza verso la lucchesizzazione delle sibilanti, caratteristica di T, come abbiamo già rilevato nel capitolo precedente.

In conclusione, mentre L non può sostituire T, esso tuttavia rappresenta un validissimo ausilio nella recensione della lezione trivulziana.

I codd. L recano anche esemplari di molte poesie incluse nelle Novelle. La necessità e l’inevitabilità di un raffronto fra le due redazioni pongono qui tuttavia dei problemi più delicati, in quanto, pur sapendo che quasi nessuna delle poesie sia attribuibile al Sercambi stesso, non conosciamo quale codice o codici egli abbia utilizzato; problema che a sua volta viene complicato dal sospetto che in qualche caso l’autore citasse fidandosi della sua memoria. Ma pur con queste limitazioni, la lezione offerta da L è certo di enorme aiuto alla recensione del nostro

testo, anche se in questo caso una doppia dose di prudenza è indispensabile.

  1. Come già detto (v. 1. cit. nella n. preced.) tutte le varianti di L sono riportate più sotto nell’apparato.