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il processo 107


ma egli non sapeva nulla, e per fidarsi in lui bisognava essere pazzo quanto lui, e però contava all’intendente le piú goffe invenzioni di suo capo: onde fu mandato in Napoli, e chiuso in carcere, dove la polizia lo ritenne come testimone a mio carico. Si accorse che costui era matto, pur lo ritenne. Noi lo chiamammo caporal Jacob.

Ultimo venne Saverio Bianchi proprietario di Catanzaro. Un cancelliere di polizia disse di aver trovato sotto una finestra della casa del Bianchi su la pubblica via sparsi alcuni pezzetti di carta scritti con inchiostro simpatico, e contenenti alcune parole che parevano riferirsi a setta, e di carattere ignoto. Per questa dichiarazione del cancelliere Maruca, e per questa pruova il Bianchi fu arrestato, menato in Napoli, e fece parte del nostro processo. Questo pare incredibile, e pure questo fu, ma bisogna anche sapere che egli era un noto liberale, e che suo fratello Ferdinando Bianchi aveva preso parte all’ultimo moto di Cosenza, ed era nascosto da due anni, e la polizia non poteva averlo fra le mani, e si sveleniva sul fratello Saverio. Era un omaccione grande, di coltura mediocre, ma d’acume molto, e di animo generoso e insofferente. Fu messo a canto a la mia stanza: ebbe il suo nome, Ruslaer, ed imparò la lingua.

Nel castello dell’Ovo era un altro arrestato, Nicola Ricciardelli, ricco proprietario di Pescocostanzo in Abruzzo, il quale perché era guardia di onore fu tenuto in quella prigione militare. Nella notte che fu arrestato Benedetto Musolino si trovava una carta in tasca, la gettò da le scale, ma fu raccolta: egli negò di averla gettata: e in quella carta era scritto il nome del Ricciardelli.

E questi furono tutti gli arrestati nella causa della giovine Italia.

Il processo andava lento, e lentissimi passavano per me i giorni. Le brevi letterine di mia moglie mi dicevano qualche cosa del mondo, che io comunicava nella nostra lingua ai compagni, e mi dicevano quanto ella pativa non pure per sé ma per le nostre due creature cui mancava il necessario. Quando