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dopo il 15 maggio 205


dai balconi e dalle finestre pendere panni bianchi in segno di pace. E i deputati? stettero sino all’ultimo, cedettero a la forza, si sciolsero ad un’intimazione del generale Nunziante, e al chiarore che dirimpetto mandava il palazzo Gravina in fiamme uscirono fra i soldati, e ciascuno prese la sua via. Quando cominciò il conflitto che fu dopo le undici del mattino, tutti i ministri corsero dal re a pregarlo ordinasse cessare il fuoco. «E voi ordinate disfare le barricate». «Non abbiamo questo potere, nessuno piú ci ascolta». «E nemmeno io posso far cessare il fuoco. Andate: io non ho piú bisogno di voi: ma preparatevi al redde rationem». Lo Scialoia si slanciava per rispondere, il Conforti lo ritenne per un braccio, dicendo: «Che fai? perdi te e noi». E tra i ghigni minacciosi dei cortegiani uscirono. Dimandai ad un mercante venuto da Napoli: «E la costituzione?» «Non ci pensate piú. Hanno messo lo stato d’assedio: Napoli è tutta occupata da soldati che comandano e si fanno ubbidire. Mi hanno detto che si è pubblicato un proclama del re, ma non l’ho letto, né ci credo. Le ferrovie sono chiuse, e non ci si transita piú: e a la stazione di Napoli ci sono soldati a cavallo che fanno la guardia con le pistole impugnate». Intanto correvano molte voci: che alcuni paesi vicini si erano levati in armi; che la cittá di Salerno, il Cilento e tutta la provincia avevano preso le armi, e le genti venivano sopra Napoli, e le guidava Costabile Carducci che aveva fatta la rivoluzione in gennaio, e i ragazzi gridavano per le vie: «Mo’ vene don Costabile»; e le donne dicevano: «Mo’ arriva don Costabile, e povere noi!» E tutto il giorno e gran parte della notte io non udivo altro che «don Costabile», il gracidare dei ranocchi, e il rumore dei telai che in ogni casa tessevano tele di cotone delle quali c’è gran fabbrica in Scafati.

Dopo qualche giorno ebbi il proclama del 16 maggio. «Che i buoni cittadini si rassicurino. La piú grande vigilanza sará esercitata dal governo, affinché per l’avvenire alcun disordine non si riproduca, né nuovi ostacoli vengano ad opporsi al mantenimento ed al completo esercizio delle libertá