Pagina:Sino al confine.djvu/166

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PARTE TERZA.


I.


Gavina scese con diffidenza e quasi con paura la scaletta umida del piroscafo. Pareva avesse paura di cadere in mare; i suoi denti battevano, il suo viso era livido e cupo; e Francesco la prese quasi in braccio per aiutarla a scendere nella barca, e stese con cura il drappo che copriva il sedile. Dopo la loro partenza egli non faceva che occuparsi di lei come di una malata; ed ella non si lamentava, era docile e passiva, ma il suo viso esprimeva una cupa sofferenza. Solo la vista del mare la toglieva di tanto in tanto alla sua idea fissa, destandole un senso di ammirazione non privo di un vago terrore. Mentre la barca li trasportava dal piroscafo a terra, ella fissava come affascinata la pianura verde e oleosa che ondulava come il grano al vento, e a un tratto si curvò, tuffò le dita nell’onda e si fece il segno della croce.

— La pila è grande e l’acqua santa è abbondante, — disse Francesco.