Pagina:Sino al confine.djvu/338

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more lieve, strisciante, che le pareva lontano, l’attirava ancora verso il mondo reale. Era il passo di Francesco. Egli andava e veniva per la camera, ma quando ebbe rimesso tutto in ordine, sedette accanto al lettuccio e prese la mano di lei fra lo sue: dopo essere stato il medico tornava ad essere il compagno che ella aveva atteso fino a quel momento.

Allora ella chiuse gli occhi e le parve di camminare assieme con lui attraverso lo stradale illuminato da una luce fantastica. La luna tramontava sopra la piccola città, l’aurora rosseggiava sopra la montagna. Un’allodola cantava, sospesa nell’aria luminosa, e pareva che il suo gorgheggio salutasse con la medesima gioia la notte che svaniva e il giorno che sorgeva.




FINE.