Pagina:Sino al confine.djvu/83

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Andò in chiesa, si confessò, espresse al canonico Bellia il suo desiderio di farsi monaca; ma con grande stupore sentì che egli la sconsigliava, imponendole di rimanere presso sua madre.

— Quale miglior chiostro della vostra casa? Andate in pace, non pensate più a queste cose, figlia mia!

La sera del giovedì santo, sei mesi dopo la morte di suo padre, Gavina, in compagnia di Michela andò alla processione del Cristo morto.

Sopra il lento ondeggiare della folla la Madonna che andava in cerca del figliuolo defunto s’ergeva nera sul cielo glauco, con le sette spade scintillanti sul petto e il viso pallido come il viso della luna. La folla mormorava una cantilena triste e monotona, simile a un ronzìo d’api improvvisamente uscite dagli alveari nel silenzio della sera.

Gavina, che procedeva da un gruppo di ragazze non tutte mistiche come lei, e che anzi si lasciavano guardare ed anche toccare da qualche studentello ardito, sentì qualcuno mormorarle all’orecchio:

Oh, dolce nella tiepida
Sera d’april vagare
Al fianco tuo.... Gavina....

Ella si volse di scatto, selvaggia:

— E la finisca, stupido!