Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/175

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Prefazione clxiii

jamais plus parolles si scandalleuses et touchans de si près. — Force grandz personnages n’eussent pas si effrontément, en un tel faict si scandalleux et injurieux, gardé leur parolle. Et pour ce, faut louer ce grand pape, monstrant en cela qu’il importe beaucoup souvant à garder et rompre sa foy, et qu’il y va de la conscience, de la grand conséquance et de l’honneur d’aller à l’encontre.„1

Nella seconda metà del secolo decimosettimo, questo racconto si ritrova, con alcune varianti e con minore efficacia di stile, nella vecchia e nella nuova Vita di Sisto V del Leti; e nel 1711, con altre poche varianti, e con freddezza inglese, si ritrova ancora nel n.° 23 dello Spettatore dell’Addison. E chi sa in quanti altri autori! Ma se, come pare, esso è vero nel fondo, quale delle tante scritture su Sisto V ne fu la prima fonte? E quali particolari vi furono aggiunti o modificati via via? E chi era il disgraziato satirico? Tutte domande, a cui io non so, nè voglio cercar di rispondere; poiché il mio intento è di parlar di Pasquino quasi solamente quanto basta per mostrare in che ambiente storico sorge la figura del Belli. Ed eccomi quindi, senza più, a dare altri saggi di pasquinate e satire romane: lieto, tuttavia, se col detto fin qui e con quel che dirò, mi riuscirà anche di tracciare la strada e fornire qualche utile indicazione e qualche nuova notizia a chi vorrà trattar di proposito, e con rigore critico, del morto ma immortai torso di Palazzo Braschi.


  1. Œuvres complètes de Pierre de Bourdeilles, Seigneur de Brantôme, etc; Paris, 1884-82; tom. II, pag. 219-20.