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Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/439

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Sonetti del 1831 127


ER MATTO DE CAPO.

2.

     Er Cavarcante1 novo der Marchese
È aritornato in giù co li cavalli,
E ha rriccontato che da quasi un mese,
Er matto dà li luscid’intervalli.

     Eh, ggià sse2 sa cch’a mmostaccioli, a bballi,
Matterìa,3 maccaroni e mmal francese;
Se sa che a ttrippa verde3 e a ggruggni ggialli
Nun c’è da stacce appetto antro paese.3

     E ppe’ cquesto ho ppaura ch’in nemmanco4
De ’n’antra settimana ar cucchieretto
J’è aritornato ar posto er fritto-bbianco.5

     Ma inziememente6 ancora sce scommetto,
Si ppassa da cassetta ar cassabbanco,7
Che vva da capo a svorticasse er tetto.8

Terni, 3 ottobre 1831.

  1. [Colui che precede o segue a cavallo la carrozza del padrone, ovvero le serve da postiglione, e, all’occorrenza, oggi specialmente che di rado o mai deve fare queste due cose, aiuta o supplisce addirittura il cocchiere. Manca ai vocabolari comuni, ma è voce anche toscana.]
  2. [Si.]
  3. 3,0 3,1 3,2 [Della matterìa (mattia) dice così in doppio senso, cioè perchè in que’ paesi abbonda come i mostacciuoli, i maccheroni, ecc., e perchè ad Aversa la si cura assai bene nel famosissimo manicomio, che servì di modello a tutti i migliori del mondo. Circa poi alla trippa, è vero che là se ne usa più che altrove; tanto che nel dialetto napoletano carnacotta è, per antonomasia, appunto la trippa, e specialmente quella che i carnacuttari o trippaiuoli vendono bell’e lessata, e col suo brodo più o meno verdastro.]
  4. [E per questo ho paura, cioè credo, , che in meno ecc.]
  5. Cervello.
  6. [Insieme, nello stesso tempo.]
  7. Dalla scuderia alla sala.
  8. A voltarsi la testa.