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Sonetti del 1833 21

DA ERODE A PPILATO.

     Sei mesi fa, la bbaronessa Moma1
Se n’entrò dda un mercante che cconossce,
E dde morletti e dd’antre robbe frossce,2
Nun fo bbuscìa, ne caricò una soma.

     Ma pperchè aveva le saccocce mossce,
Guajo ch’accade spesso spesso a Rroma,
Fesce:3 “Nun dubbità, sso’ ggalantoma:
Pagherò ttutt’assieme cór filossce.„4

     Cuant’ecco, venardì, tutto compito,5
Er mercante cór conto de le dojje.
“Portatelo,„ lei disce, “a mmi’ marito.„

     Ma er zor Barone, poco avvezzo a ssciojje,6
Visto cuer conto, tutto inviperito
J’arispose: “Portateto a mmi’ mojje.„

Roma, 19 febbraio 1833.

  1. Gerolama. La contessa Pianciani.
  2. Flosce.
  3. Disse.
  4. [Dal francese filoche.]
  5. Compito, nel senso di gentilezza.
  6. Sciogliere: cavar danari.