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CAPO TERZO
(Dall’anno 936 al 1000.)
I. Reggio fu di nuovo sottratta al dominio de’ Saracini, e ritornò a’ Bizantini (An. di Cr. 936); i quali fortificatala in gran maniera, vi rimisero la sede del Duca di Calabria. Dopo la morte di Saclabio que’ Saracini, che trovarono scampo colla fuga, rifecero testa in Sambatello, ove fermarono il loro soggiorno. Nè i Saracini, che venivano sempre a gran torme dall’Affrica in Italia, avevano deposto il disegno di conquistar la Calabria. Questo però andò loro sempre fallito, e non giunsero mai a farvi conquista e stabilimento durevole, come fecero in Sicilia; ma l’opera loro si risolveva soltanto in cose rovinose ed in bottino. Imperciocchè i Bizantini, dopo la perdita di quest’isola, avevano fatto l’estremo di ogni possa, perchè non fosse uscita loro di mano la Calabria. Donde non cessavano di suscitare nelle popolazioni isolane sedizioni contro il dominio musulmano; tra perchè i Saracini fossero stornati da altri acquisti, e perchè a’ Greci non si spegnesse al tutto la speranza di ricuperare il perduto.
Nondimeno quando ivi a pochi anni (An. di Cr. 940), i Bizantini vennero al ferro co’ Longobardi presso Matera, i Saracini pigliarono questa discordia in occasione di gittarsi dalla Sicilia nella Calabria e nella Puglia, traendo seco dovunque arsioni ed eccidii. E così fecero anche negli anni consecutivi, mentr’era Duca di Calabria Crinito Caldo.
II. I Costantinopolitani, risentendosi a morte del gravoso gover-