Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/31

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   6 libro primo

politico alle Repubbliche italiote, sinchè la cosa pubblica fu governata da’ Pitagorici e loro seguaci.

Ma la fortunata Crotone era diventata superba ed ambiziosa, e, ad imitazione di Sibari, non restava d’inquietare le vicine repubbliche, per impedire al possibile che prosperando ed ingrandendosi, le tornassero pericolose. Alleata con Metaponto, Pandosia e Tempsa, meditava Crotone di deprimere le crescenti repubbliche di Siri, di Locri e di Reggio. E già cominciando da Siri, che n’era la più debole, le avea mosso guerra, ed espugnatala dopo lungo e pertinace assedio. I Siriti avevano chiamato a lor sussidio i Locresi; e questo fece che Crotone cogliesse pretesto di accapigliarsi con Locri. Assai dispari però era lo stato delle due repubbliche; onde i Locresi inferiori di forze, chiesero, ma indarno, ajuto agli Spartani, da’ quali non ebbero altro, se non che si raccomandassero a Castore e Polluce. Non per questo si scorarono i Locresi, ma rivoltisi a’ Reggini ch’erano con loro collegati, n’ebbero pronto soccorso. E facendo le due repubbliche amiche pii sacrifizii a Castore e Polluce, ne dedussero favorevoli augurii. Perilchè, affidate al patrocinio di queste deità, ed alle proprie forze, corsero risolute alla pugna. La quale fu accanita quanto può dirsi; ma la giornata arrise al coraggio disperato de’ Locresi; il cui numero non era che di quindicimila, ed a questo si aggiunsero settemila Reggini, condotti da Lisistrato. Gli uni e gli altri, facendo prove da dirsene, conseguirono vittoria sopra centomila Crotoniati, cui soprantendeva Leonimo; i quali infemminiti dal vivere agiato e voluttuoso, insolenti per fortuna, e per insolenza mal usati alle armi, reputavano loro dritto il vincere, e debito de’ nemici l’esser vinti. Fu così straordinaria e prodigiosa questa battaglia guerreggiata sul fiume Sagra, (Olimp. 68, 3. av. Cr. 506.) che la facile credulità degli antichi ci narra: un’aquila essersi in quel dì veduta volare sul campo de’ Locresi durante l’azione; due divini guerrieri, giganti della persona (Castore e Polluce) aver combattuto per quelli; la nuova della vittoria essere volata nello stesso giorno a Corinto, a Sparta, ad Atene. E queste dicerie erano messe in credito da’ Crotoniati, per dare intesa non essere stati vinti da umana, ma sì da divina virtù. Grandissimi furono gli effetti della Battaglia della Sagra. La repubblica Tempsana che, confederata a Crotone, pugnava contro i Locresi, fu da costoro corsa e soggiogata: ed i Crotoniati così rimasero accasciati, che non ritornarono mai più a quella temuta preminenza, cui li aveva sollevati la passata loro fortuna. Sulle sponde della Sagra, al luogo della memorabile battaglia, i Locresi ed i Reggini innalzarono