Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/57

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   32 libro primo

i patii della loro alleanza. In Crotone a quel tempo, insigne città e popolosa, sedeva il Concilio nazionale della Magna Grecia. Fu preso adunque, che ivi facesse massa l’esercito de’ confederati, a cui era aggiunta una fortissima banda di fuorusciti Siracusani. Elori da Siracusa, che già da più tempo aveva la condotta generale delle schiera reggine, ed era uomo assai sperimentato nell’arte militare, e d’animo virile e nobilissimo, fu preposto al comando dell’esercito confederato, ed alla direzione della guerra. Costui adunque rassegnato in Crotone l’esercito e messolo in ordinanza, senza porre altra dimora lo difilò per Caulonia, avvisandosi, che il subito suo arrivo avrebbe sconcertato Dionisio ed indottolo, o ad abbandonare l’assalto della città, o a venire a giornata. Elori comandava in tutto ventimila pedoni, e circa duemila cavalli. Aveva già l'esercito confederato fatta gran parte del cammino, e mettevasi a campo presso l’Elleporo, o Elloro, che dir si voglia. Allora Dionisio, levatosi ratto dall’assedio di Caulonia diresse ogni sua forza contro ad Elori; il quale come per fare una ricognizione stava attendato lungi dal grosso del suo esercito con un eletto drappello di cinquecento dei più risoluti e valorosi; nè si guardava di niente.

IX. Era già notte allorchè Dionisio, avuto dalle sue spie che Elori era ivi a non molta distanza con poco riguardo, vi si andò avvicinando co’ suoi a rilento, e senza trar fiato: poi sul rompere dell’alba si avventò al nemico con tal impeto, che non gli concedette spazio a guardarsi da quell’urto. Onde Elori trovossi a duro partito; e nondimeno sostenne tanta furia con quel fior d’eletti, e mandò ordine al campo, che speditamente muovessero in suo ajuto. Nè mancarono gl’Italioti, udito il frangente in cui Elori versava di accorrere ove ferveva l’inegual tenzone. Ma a Dionisio in questo mezzo era venuto fatto di uccidere Elori, i cui bravi compagni, se sopraffatti dal numero quasi tutti gli caddero trafitti a’ fianchi, fecero però costar cara al nemico la loro morte. Nè fu difficile a Dionisio di rimaner vincitore del sopravvenuto esercito de’ confederati; i quali facendo pressa al soccorso del loro capitano, erano giunti trafelati in faccia al nemico. Non per questo s’invilirono gl'Italioti, e dettero dentro per molte ore a’ nemici, ma saputa la morte di Elori, si disanimarono e disordinarono, dandosi a fuga precipitosa.

Nella quale molti per la campagna caddero uccisi, e quanti poterono salvarsi si aggrupparono, non potendone altro, sopra un’erta montagnuola. Dove tenuti chiusi da Dionisio, attenuati dal caldo della stagione, e dal manco d’acqua e di viveri, chiesero di accordarsi; ma costui pretese, che gli si dessero a discrezione. Il che dap-