Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/88

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capo primo 63   

disegno. I Mamertini in questo mezzo, venuta loro meno l’alleanza de’ Campani, avvedevansi con troppo rammarico in quali pericoli versassero, rimanendo soli a petto del re di Siracusa. Ed in effetto Gerone intimò loro guerra, e comechè i Mamertini avessero lungamente e con meravigliosa bravura tenuto il fermo contro quel re, ciò nonostante in una sanguinosa giornata, in cui n’andò la vita del loro strenuo condottiero Cione, rimasero così scemi di forze, che il vittorioso Gerone marciò difilato contro Messena per darle a furia l’assalto. Ma il duce cartaginese Annibale che con parte dell’armata dimorava nelle acque di Lipari, non volendo comportare a’ Siracusani l’occupazione di Messena, com’ebbe certezza che costoro avevano condotto i Mamertini in termine che già si vedeva inevitabile la resa di tal città, con quella più celerità che potette, si fece in persona a Gerone, e con buone ragioni il persuase a levarsene dall’assedio: mostrandogli che i Mamertini, a caso disperato, terrebbero forse di gittarsi in braccio a’ Romani. A’ quali si faceva mille anni di trovare un pretesto, che da Reggio li conducesse a Messena che stava ad un dito di mare; donde poi potrebbero agevolarsi la via a metter piede in Sicilia. E col suo dire tanto potette Annibale nel re di Siracusa, che questi si tirò dall’impresa, e ricondusse la sua gente sul territorio siracusano. Dopo ciò Annibale, preso il tempo, volò a Messena, e sapendo i Mamertini già in pratica di abbandonar la città a Gerone, ne li distolse del tutto; offerendosi loro in ajuto e difesa. E dando vista di mettere ad effetto le sue promesse, introdusse nella rocca di Messena un buon nerbo di milizie cartaginesi, e ne diede il comando ad Annone.

II. Ma come i Mamertini compresero che i Cartaginesi, sotto colore di soccorrerli contro i Siracusani, eransi fortificati nella rocca, e non entrava loro in cuore di uscirne, a furia di popolo li costrinsero a sgombrarla, e a lasciar la città. Questo accidente recò Gerone ed i Cartaginesi a ristringersi contro i Mamertini, ed a forze unite combatterli e domarli. E poichè i Mamertini videro che da tale colleganza, sarebbero ridotti a certa rovina, non si affidando di bastare contro nemici così gagliardi, convocaronsi a consulta, e fu preso che per ultima salvezza dovessero sollecitare in loro ajuto i Romani (Anno di Roma 489, av. Cr. 265). In Roma la petizione de’ Mamertini partì gli animi in due; chi affermava non doversi dare il soccorso; chi sì. Ragionavano gli uni essersi i Mamertini impossessati di Messena con que’ modi medesimi, onde i Campani avevano carpita Reggio; ed in simil guisa doverne esser puniti, e non soccorsi, con immorale e pubblico scandalo. Ragio-