Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/94

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capo primo 69   

Bomilcare imboccava nel porto di Siracusa, mentre all’incontro un’armata romana trasportava un’altra legione in Panormo. Ma contuttociò Siracusa cadeva in podestà de’ Romani.

VIII. In Italia Annibale teneva Taranto assediata, e studiava ogni verso di averla; mentre i Romani campeggiavano Capua per trarla di sotto al dominio Cartaginese. Durante l’assedio di Taranto, dei dodici popoli de’ Bruttii, che si erano associati a’ Cartaginesi, quei di Consensa e di Turio ritornavano alla fede di Roma (An. di R. 542, av. Cr. 212). E certo il loro esempio sarebbe stato imitato dalle altre città, se Lucio Sempronio Vejentano per sua troppa temerità non si fosse lasciato vincere da Annone. Nell’anno appresso Taranto per tradimento aperse le porte ad Annibale, rimanendo solo a’ Romani la rocca, al cui presidio soprintendeva Marco Livio. I Turini ed i Metapontini, dopo la caduta di Taranto, si riappiccarono all’alleanza de’ Cartaginesi. Ma Capua in cambio era tenuta da’ Romani in assedio strettissimo, intanto che Annibale, caduto di animo, nè si assicurando di poterla soccorrere più a lungo, presa via per l’Apulia e la Daunia, si tirò nel paese de’ Bruttii; ove si diede ad espugnar Consensa, che come dicemmo, era ritornata a’ Romani.

Trattosi poscia nel territorio di Reggio, investì questa città con tal celerità ed impeto che poco andò non fosse condotta alla resa, (An. di R. 543, av. Cr. 211). Ma tenutosi salda come per miracolo in quella prima scossa, le vennero dalla vicina Messana opportuni ajuti, e potette esser salva. Perilchè Annibale, devastatone il paese, e fatti prigionieri quanti abitanti capitarono nelle sue mani, indi si tolse. Annone, meravigliando che Annibale nelle strettezze di Capua se ne tenesse così di lungi, e non procacciasse di sovvenirla, il mandò rampognando: non esser loro venuti in Italia a far guerra a’ Reggini ed a’ Tarentini, ma l'esercito cartaginese là dovere appresentarsi dove fossero le legioni romane. Così aver vinto alla Trebbia, così al Trasimeno, così a Canne: combattendo sempre il nemico a viso innanzi, non per torte ed indirette vie. Ma i rimproveri di Annone erano tempo perduto; e Capua fu abbandonata alla vendetta romana.

IX. La rocca di Taranto ch’era rimasta a’ Romani, si riducea ormai a mali termini per manco di vettovaglie, e continuava di sostenersi con sole quelle che a quando a quando le interveniva di aver da Sicilia. Le quali vettovaglie, perchè con sicurtà potessero esserle recate per mare lunghesso le coste d’Italia da Reggio a Taranto, un’armata di venti navi tra quinqueremi e triremi (accozzata giusta i trattati dalle città socie Reggio, Velia, Pesto, e altrettali),