Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/115

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distinzione quarta. - cap. iv. 87

sione, per la quale altri si rappresenta, per lo comandamento della Chiesa, a quegli che vicario di Cristo è nella chiesa.1 E poi soggiugne: Dorma in cenere e in sacco; acciò che ricompensi le delizie passate, colle quali offese Iddio, colla speranza dell’austera vita: e per questo intende la satisfazione. A questo intendimento parla santo Agostino, e dice: Fate la penitenzia la quale si fa nella Chiesa. Niuno dica a sé medesimo: Io la fo occultamente nel quor mio, il quale vede Iddio, il quale mi perdona il peccato. Non basta, dice egli. A che sarebbe detta la parola di Cristo agli Apostoli: Cui voi iscioglierete in terra, sarà isciolto in cielo? A che sarebbon date le chiavi a san Piero? Quasi dica: In vano; se non si richiedesse a vera penitenzia altro che la contrizione del quore. Ma richiedesi la confessione e la satisfazione, nelle quali si compie la vera e la perfetta penitenzia, aoperando a ciò le chiavi e l’autorità apostolica della santa Chiesa. E questo volle significare Iesu Cristo quando risuscitò Lazzaro nel monimento, che vivo, per la virtù della voce di Cristo, uscì fuori del sepolcro, dove era giaciuto morto; ma uscìnne legato le mani e’ piedi, e colla faccia coperta col sudario: il quale egli comandò agli Appostoli che lo sciogliessono, e lasciassonlo andare; a dare a intendere che Dio è quello che, colla sua infinita potenzia e smisurata virtù, la quale non ha né avere puote veruna creatura, risuscita dalla morte del peccato alla vita della grazia il peccatore, che giace morto e sotterrato nel sepolcro del suo puzzolente e fastidioso quore, o vero nel sepolcro della indurata e ostinata usanza. E questo fa Iddio occultamente nel segreto del quore, dando grazia di dolorosa contrizione. E questo è resuscitare Lazzero dentro dal sepolcro; ma uscirne fuori vivo e legato, è che, avvegna

  1. Pare che nessun Manoscritto dei veduti degli Accademici concordasse col nostro, il quale abbrevia notevolmente questo periodo, scrivendo: per la quale altri si rappresenta al prelato per lo comandamento della Chiesa.