Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/285

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capitolo quarto. 257

cosa Iddio l’esaltò, e diègli tal nome ch’è sopra ogni nome; acciò che al nome di Iesu Cristo s’inginocchi chiunche è1 in cielo e in terra e nello ’nferno; e ogni lingua confessi che messer Iesu Cristo è nella gloria del Padre. Dove si dà a ’ntendere, che chiunche seguiterà Cristo nella sua umilità, sì ’l seguirà ad avere l’esaltazione e la gloria della sua divinità. L’umilità de’ Santi chi la vuole sapere, legga le loro leggende, dove l’uomo si potrà specchiare, e conoscere la sua superbia, e all’essemplo loro prendere forma di vera umilità.


CAPITOLO QUINTO.


Dove si dimostra quali sono i segni della vera umiltà.


La quinta cosa che resta a dire, si è de’ segni della vera umilità. Et è il primo segno che altri sia umile, s’egli ama le persone umili, e se volentieri usa con loro; imperò che, come dice il savio Ecclesiastico: Omne animal diligit sibi simile: Ogni animale ama il suo simile. Il secondo segno è l’amore della propia viltà; cioè che l’uomo si tenga vile e ami d’essere reputato vile; del quale dice San Bernardo: Il vero umile vuole essere reputato vile, e non vuole esser tenuto umile né della umiltà lodato. Onde, come a lui medesimo non pare essere umile ma sì vile, così da altrui vuole essere tenuto vile, ma non umile. E di ciò interviene, come dice santo Gregorio, che quanto l’uomo è più vile dinanzi agli occhi suoi, tanto è più prezioso dinanzi agli occhi di Dio. E però quel santo re David dicea: Io mi farò più vile, e sarò umile negli occhi miei. Il terzo segno della vera umilità si è che l’uomo voglia ne’ fatti suoi il consiglio altrui, e credalo; chè, come l’uomo superbo crede più al senno suo che all’altrui consiglio (del quale dice san Gregorio, che se non si tenesse migliore che gli altri, non posporrebbe2 gli altrui consigli alla sua di-

  1. Il Manoscritto sopprime è.
  2. Il Testo a penna: non sottoporrebbe.

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