Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/177

Da Wikisource.

— 167 —

dava svolgendo distinta e terribile la coscienza della immane sventura che lo minacciava. Due separazioni, del pari strazianti per lui, lo attendevano: due perdite irreparabili: il grande podere, largamente fruttuoso, coltivato con tanto amore, e la bella donna, la brava massaia: ciò che egli aveva di più caro al mondo. Tra pochi mesi egli se ne sarebbe andato da quella casa che a lui sembrava bella perchè vi era entrato fanciullo coi suoi — una famiglia numerosa e gagliarda che sapeva difendersi dalla miseria — se ne sarebbe andato, chi sa dove; senza un soldo, indebitato e solo, senza quella donna, senza la sua Virginia!...

Pur non volendo, correva col pensiero al fratello, che l’aveva abbandonato, ed era quindi la colpa di tutto, secondo lui.

Un’altra volta la scaletta della bòtola scricchiolò. Un altro uomo saliva.

— Lui! — mormorò la Virginia scuotendosi. Lui! Il demonio della tua casa, povero Pietro!... Tutto rimescolato dal senso di quelle parole, e più dall’accento con cui la Virginia le aveva pronunciate, Pietro ebbe un sobbalzo, ma non disse parola.