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suo umore diventa un pochino più roseo, la sua ironia meno tagliente; forse perchè allora il signor Arturo si contenta di farle una visita alla domenica, e ritorna a Venezia tutta la settimana.

Eppure il povero pedante è proprio la perla dei mariti, come dicono le amiche di sua moglie, e bisogna avere una testa romantica e balzana come la signora Emilia, per non essere felice con lui. Sempre ligio ai suoi comandi, sempre pronto ad eclissarsi: dorme per le anticamere mentre sua moglie balla, e non ha che due passioni innocenti come la candida anima sua: le dispute filologiche e il linguaggio dei fiori. Sempre quelle due vecchie passioni.

Tre o quattro anni fa, Cesare che viaggiava l’Italia si trovò a Milano durante il carnevalone; e anche i due sposi vi erano.

S’incontrarono a una festa da ballo in casa della marchesa X.

Il buon pedante che non ha fiele, e d’altronde non dava più alcuna importanza a certe ragazzate, andò subito incontro a Cesare e lo presentò a sua moglie.

Emilia impallidì un momento sotto lo sguardo scrutatore dell’uomo che aveva giurato di farla fe-