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se dovrò morire sul campo, il pensiero che ti rimanga una memoria meno volgare di me.

«Ti raccomando mia madre, va a confortarla.

«Tutto tuo
«Cesare»


— Povero Cesare! — disse la fanciulla con un sospiro. Ma perchè non lo amo? Non so. Non comprendo me stessa: ho come un sasso sul cuore che me lo tien compresso. Quella sera, l’ultima sera che l’ho veduto, quando mi stringeva la mano, mi pareva proprio ch’ero vicina ad amarlo. Ma poi vennero gli altri. Non so perchè, ma quando veggo mio zio e il suo amico, non ho più slancio. Sento come una voce che mi dice: «No, no, non amare.» Ho un presentimento di dolori, di sconforti che mi toglie tutta la bella fede nella vita che hanno le altre ragazze della mia età. Mi pare come se il giorno che lo amassi, tutto questo grand’amore che lui dice di sentire per me, non avesse a bastarmi più. È strano.

Ah zio, zia, sei tu che m’avveleni lentamente, che mi togli dagli occhi quel bel velo che fa tanto bene; tu che distruggi la mia fede e le mie illusioni, per farmi bere la feccia della tua vecchia esperienza!